Feantsa: meeting del gruppo di lavoro a Londra


La mia partecipazione al gruppo di studio di Feantsa sulla tematica del lavoro comporta un paziente lavoro di analisi e valutazione delle politiche sociali di lotta alla marginalità e di promozione attiva di pratiche di inclusione sociale e lavorativa. Lo studio che ognuno dei membri del gruppo di lavoro viene confrontato durante due incontri annuali, in cui oltre a incrociare i dati, vengono analizzate le linee guide sviluppate a livello comunitario.
Questo semestre l'incontro si è tenuto a Londra, ospitato da Crisis Uk, una charity nazionale focalizzata sulle condizioni individuali di grave esclusione sociale, e che offre supporto indivudale, formazione e inserimento lavorativo, accoglienza e servizi legati al benessere.

Per chi passa da Londra, vale la pena prendersi il tempo per una visita ed un contatto diretto, dato che Crisis è un'organizzazione che funziona davvero bene. Per avere un quadro esaustivo, potete visitare il loro sito: www.crisis.org.uk 

E se siete di passaggio, vale la pena supportarli passando per una bevuta o uno spuntino al fenomenale Skylight cafè, in pieno centro al numero 64 di Commercial Street (London E1). 
Non potete dire di aver visto ciò che merita a Londra se non passate per una visita.

Tornando ai dati semestrali, e in coerenza con un approccio che fa della condivisione e della consapevolezza le sue basi, ecco alcuni dati per fotografare la situazione nel nostro paese per come si svolge in termini reali:

- lavoro e occupazione



2014
2013
2012
2011
% variazione (1)
disoccupazione
13,00%
11,70%
10,50%
7,80%
+ 67%.
Disoccupazione giovanile 15-24
42,30%
36,50%
35,50%
28,10%
+51%.
NEET (Not in Education, Employment, Training)
24,00%
22,70%
22,1

+8,6.
inattivi
36,40%
37,80%
36,60%

-1%.
Totale senza lavoro
55,30%
48,50%
47,10%

+17%.
Occupazione
55,20%
56,40%
57,00%

-3%.
Contratti precari
52,90%


26,2% (2000)
+102,00%.
(1) variazione percentuale tra il dato più vecchio e quello più recente

- durante il 2013, oltre 478.000 posti di lavoro sono stati persi

-> povertà: il 25% delle famiglie affronta una deprivazione su almeno 9 indici di difficoltà economica (tra cui, impossibilità ad affrontare spese inattese, impossibilità a pagare mutui e spese varie, impossibilità ad avere un pranzo proteico completo ogni due giorni)
  • le famiglie italiane sotto la soglia di povertà assoluta sono l'8% del totale (circa 4,8 milioni di persone), con un aumento del +2,3% negli ultimi due anni
  • le famiglie in grave difficoltà economica sono il 12,%, erano il 6.9% nel 2012
  • il rischio di rimanere in povertà per più di tre anni è tra i più alti in Europa, con un rischio del 13,1% a fronte di una media Eu del 9,7%. Il rischio per le famiglie monoparentali è del 33,5%
-> immigrazione ed emigrazione
  • a differenza del percepito e da quanto esposto dai media, i dati dimostrano una diminuzione del 27,/% dell'immigrazione nel periodo 2007-2012
  • tra gli immigrati in Italia, aumenta del 17,9% il numero di persone che riprende il flusso migratorio lasciando l'Italia per altri paesi
  • il numero di emigrati continua a crescere: +36%, il più alto degli ultimi 10 anni
  • nella fascia di età 15-34, oltre 26.000 ragazzi e ragazze hanno lasciato l'Italia, raggiungendo il totale di circa 95.000 giovani emigrati verso l'estero negli ultimi 3 anni. I numeri sono impressionanti, specie se si guarda ad un interessante paragone storico: nel 1988, circa 40.000 abbandonarono la DDR, e 116.000 nel 1989
-> SIA è acronimo per Sostegno per l'Inclusione Attiva, e dovrebbe sostituire la Social Card. Il programma ha un budget complessivo per il periodo 2014-2016 di circa €. 887 milioni. Se la matematica non inganna, considerato che circa 4,8 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, il nuovo piano di Sostegno per l'Inclusione Attiva avrà a disposizione circa €. 185 per persona in tre anni, una media di circa €. 5 al mese. Un attivo sostegno all'inclusione...

-> PIL, tasse, debito
  • il livello di tassazione medio ha raggiunto il 44,6%, a fronte del 41,3% nel 2000 e del 42,5% nel 2011); come paragone possiamo prendere la Svezia, con una tassazione del 44,7% a cui corrisponde l'erogazione del welfare universale
  • nonostante l'aumento delle tasse e i tagli alle spese sociali e sanitari, il debito pubblico continua a crescere, e ha raggiunto il 127%
  • il disavanzo primario (il risultato economico netto del sistema nazione prima dell'applicazione degli interessi passivi) è positivo, e sostanzialmente simile a quello tedesco
  • nel 2013 il PIL è diminuito del 1,9%
  • ci sono sempre più evidenze della correlazione tra disoccupazione e marginalità giovanile, specie nei termini di analisi delle pratiche di prevenzione della cronicità: in questo, la quantità e qualità del supporto sociale ha un impatto diretto sia sulla “marginalità quotidiana” che sulla “futura esclusione”. Nei paesi EU in cui sono presenti politiche attive di realtà (e non solo slogan e belle intenzioni politically correct), la percentuale di disoccupazione giovanile è molto basso
Nei prossimi giorni, un aggiornamento sulla situazione della disabilità sensoriale

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