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I pensieri del dentro 26: occorrenza della parola nel delirio e nel silenzio dell’umana umanità.

C'è un dato umano, ed è di una enormità che non si può quasi misurare.  Non è solo ciò che accade.  Non è solo il numero dei morti.  E’ il silenzio.  Si potrebbe dire un silenzio che parla, che si fa ascoltare. Che si può sentire, e significare. Un silenzio che non è neanche lontano parente dell’ignavia cantata da Dante. « … l’anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro delli angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé foro. … Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa …» Cogliamo il suggerimento, non ragioniamo quindi di loro, ma sentiamo il loro assordante silenzio complice, spieghiamo ai nostri figli che è così che si permise qualsiasi sciagura d’olocausto di popoli nomadi, disabili, ebrei, omosessuali, politici. Di og...

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