una tesi da leggere: "il soma acrobatico" di Danae Basurto: "...cadere è anche volare"
“...Ogni volta che lanciava le palline o i fazzoletti, mi raccontava la stessa storia di quando portava sua nipote Sofia al parco, anche se dimenticava i movimenti che praticavamo, completare una sequenza di lanci lo emozionava profondamente, come se fosse sempre la prima volta.
Mi piaceva pensare che, sebbene dimenticasse i tre semplici lanci che praticavamo, la giocoleria riuscisse a mantenere vivi i ricordi più importanti della sua vita: le sue medicine alle 16:00 e, soprattutto, i momenti passati con la nipote Sofia.
Questo mi ha fatto riflettere profondamente su come quei suoi tre semplici lanci rappresentassero il suo triplo salto mortale.
Proprio come nel circo, dove il corpo performato si carica di significati che vanno oltre la tecnica, la sua capacità di eseguire quei lanci simboleggiava la sua lotta contro la perdita di sé.
Il palcoscenico è uno spazio in cui si trascendono le norme sociali, dove il corpo smette di essere solo fisico e diventa un atto politico, un simbolo di resistenza e libertà...."
e poi ancora:
“...cos'è il potere del clown, se non il potere della fragilità? Un potere che non si impone, ma che seduce attraverso l'imperfezione. Il suo rapporto con il fallimento è un patto d'amore.
Non si tratta di evitare l'errore, ma di abitarlo, di trasformarlo in risata, in poesia fisica, in una danza con l'impossibile.
La caduta è il suo maestro, il fallimento il suo compagno di viaggio. E in quel percorso incerto, è lì che si rivela la verità dell'essere.
Il clown non combatte l'errore. Lo accoglie come un vecchio amico. Sa che, nell'errore, c'è l'eco di ciò che tutti temiamo e desideriamo: essere visti, così come siamo, senza maschere, senza difese. Il pubblico, ridendo, non ride solo del clown, ma di sé stesso.
Tutti, nel profondo, sappiamo di essere inciampati, che continuiamo a inciampare, che in ogni caduta c'è una promessa di redenzione.
La caduta non è la fine, ma l'inizio di qualcos'altro.
Il clown, nel suo errore, ci insegna che fallire non è cadere, ma non rialzarsi, non giocare, non ridere.
Ci invita, con ogni inciampo, ad abbracciare le nostre stesse cadute, a trovare nell'errore non la vergogna, ma l'opportunità di ricominciare.
Perché, alla fine, nell'errore ci ritroviamo.E il clown lo sa meglio di chiunque altro: cadere è, anche, volare...”
“Il corpo somatico” è il titolo della tesi di Danaé Basurto che ho avuto l’onore di seguire per la sua Laurea Triennale per Artista di Circo contemporaneo per il corso Psicologia dello sport e della performance.
Quelli che avete appena letti sono due brevi estratti della sua tesi di laurea, la cui versione completa è disponibile qui:
Una tesi che merita davvero di essere letta con cura.
Un saluto di gratitudine per quanto condiviso e scambiato e appreso, un augurio grande di buon tutto a Danaé.
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Foto mia della litografia originale ‘Le trapeze volant’, Henri de Toulouse-Lautrec
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